Città e lavoratori non possono pagare gli errori della classe dirigente.

Per precisa scelta politica non siamo soliti interpellare pubblicamente soggetti privati, in quanto riteniamo la pubblica amministrazione sempre responsabile di ciò che accade su un territorio, soprattutto per servizi di propria competenza. Eppure la situazione relativa al pagamento degli stipendi dei lavoratori prestati a servizi comunali, con particolare riferimento al servizio di raccolta rifiuti, ha precise connotazioni politiche in quanto riguarda le scelte nefaste che questa classe dirigente ha compiuto in passato e continua puntualmente a compiere, facendo ricadere sull’Ente e sulla città tutte le conseguenze della propria inadeguatezza.

Ci auguriamo di non dover assistere nuovamente alla pantomima, già vista e rivista, di lavoratori utilizzati dalle aziende concessionarie di servizi comunali per reclamare vecchi crediti con la Pubblica Amministrazione: fermo restando le inefficienze della Cosa Pubblica – che mai potranno essere superate se non con una nuova classe dirigente – chi partecipa a gare tanto importanti ha il dovere di badare ai propri crediti con strumenti opportuni.

Una cosa è certa: gli stipendi dei lavoratori che svolgono un servizio pubblico in concessione, qualunque esso sia, dalla raccolta rifiuti alle assistenti fisiche, devono essere pagati puntualmente ed altrettanto certo è che non permetteremo – nella remota eventualità che qualcuno ci stia pensando – che i lavoratori vengano usati come grimaldello per chiudere vecchi o nuovi conti.

Questo “andazzo” generale nel gestire la cosa pubblica ha, per lungo tempo, fatto molto comodo tanto ad un pezzo di imprenditoria “rapace” quanto ad una classe politica “generosa” (coi soldi altrui) la quale ha utilizzato servizi ed appalti come serbatoi di consenso. Ora gli effetti di tali politiche indecenti iniziano a farsi sentire e, come da tradizione, qualcuno vorrebbe farne pagare le conseguenze a lavoratori ed alla città tutta, già in preda ai disservizi.

Capitolo a parte, del resto, merita proprio l’appalto del servizio raccolta rifiuti, un appalto mal fatto e spropositato per il quale chiedemmo, invano, la revoca e proponemmo dei miglioramenti. Ricordo che tale servizio, attualmente, costa circa il triplo rispetto a quanto costava qualche anno fa, a fronte di una qualità affatto migliorata, se non peggiorata: propaganda a parte, la raccolta differenziata, per esempio, non sfiora neanche un terzo del minimo di legge. Ricordo che le penali per la mancata raccolta differenziata furono abbassate da 8000 euro iniziali ad 800 euro per punto percentuale; che furono inserite clausole discutibili come quella della restituzione dei cassonetti a carico dell’azienda che avrebbe vinto (se questa non fosse stata quella precedentemente concessionaria); che furono affidati all’azienda i proventi della vendita della raccolta differenziata e così potrei andare avanti a lungo. Tutto questo grava oggi direttamente sulle tasche dei cittadini, grava sulla situazione economica dell’ente, fu puntualmente denunciato a gara ancora in corso e fu altrettanto puntualmente ignorato dalla maggioranza di allora, compreso l’attuale Sindaco e parte della sua attuale maggioranza.

Si tratta di responsabilità politiche precise e di modalità di gestione della macchina comunale che, del resto, continuano a riprodursi ancora oggi, per cui si evitino gli scarica barile.

L’esecutivo intervenga immediatamente per fare chiarezza sulla situazione e tutelare gli interessi della comunità, dell’ente comunale e – conseguentemente – dei lavoratori.

Di certo per interrompere questo palese declino quotidiano c’è bisogno di una modalità diversa di gestire Istituzioni e Territorio, una modalità che ci sforziamo di proporre in ogni sede disponibile ma che, alla luce dei fatti, richiede una classe dirigente rinnovata e libera.

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